Sullo scorcio del secolo d’oro, all’indomani della guerra nel Peloponneso, la cultura greca inizia a non riconoscersi più nell’unità olimpica d’epoca arcaica. A partire dal V secolo, l’interesse si sposta verso un progressivo intimismo , la religione diviene fatto privato, si frammenta in una miriade di culti di provenienza greca, romana, indoiranica, egizia, fenicia cui in parte contribuisce la sofistica con il suo ripensamento dei comportamenti etici e civili. Contro questa prospettiva si pone Platone che, pur non negando la possibilità degli effetti della magia, si oppone a chi compie riti sacri al di fuori di quelli concessi dalla legge, condannando la magia cerimoniale come contraffazione delle istituzioni religiose dello stato, che invece hanno un carattere pubblico. Nulla vieterà, poi, a quella sorta di trasformazione spirituale, che Platone stesso chiama homoiosis theô , il rendersi simile al divino, di assumere nel tardo neoplaton...