Sfuggenti a ogni tentativo di definizione, circondati da sospetto e incertezza, i termini “esoterismo” e “occultismo” sono spesso utilizzati impropriamente e in maniera interscambiabile. Al di là delle dispute ideologiche e delle polemiche, per una maggiore comprensione e per dissipare gli equivoci etimologici e filosofici che le circondano, è utile tracciare una breve storia di queste parole, a lungo relegate e smarrite nell’opaco territorio dell’ignoto e del “misterioso”, distinguendo l’arbitrario e il luogo comune, allo scopo di ristabilire i giusti termini nell’appropriato contesto culturale, storico e religioso. Con l’aggettivo “essoterico” ( ἐξωτερικός ), Aristotele nella Politica (composta attorno al 348 a.C.) designa i dialoghi pubblici , letteralmente “esterni”, cioè popolari, accessibili alla comprensione ( ἐν τοῖς ἐξωτερικοῖς λόγοις , 1323a, 20), anche se non è chiaro se si riferisca ai propri discorsi o a quelli di qualche altro filosofo. Fino a un periodo r...