L’immaginario egizio sull’aldilà resta pressoché immutato dal Nuovo Regno fino all’età ellenistica, quando il paese fu annesso all’impero di Alessandro. A partire da questi profondi mutamenti, all’impianto religioso egizio si aggiungono simboli e raffigurazioni della tradizione funeraria greco-romana, che però non ne modificano le strutture originarie. Ad esempio, continuano a essere deposti nelle tombe accanto ai defunti il Libro dei Morti e gli altri testi funerari che raccontano di un paese sotterraneo, attraversato da strade e canali, interrotto da porte che il morto deve attraversare e popolato da terrificanti spiriti guardiani che possono essere placati solo se si conoscono le giuste formule. L’aldilà tra luci e ombre Il mondo dei morti è un campo di giunchi dove si vive in pace accanto a Osiride e agli dei suoi consiglieri. Al tempo stesso, però, l’aldilà è un luogo oscuro e pericoloso dove, a figure protettrici e rassicuranti, come Horus che calpesta una tartaruga...