Maga splendida, capace di orchestrare con fredda e spietata lucidità tutte le arti della seduzione per raggiungere i propri fini: Armida, figura tutt’altro che marginale nella costruzione narrativa della Gerusalemme liberata , domina al centro di un immaginario “pagano” che intimorisce e affascina allo stesso tempo, popolato da maghi, creature infernali, riti demoniaci, foreste stregate e giardini incantati che sciolgono i sensi e disperdono la ragione. Si dice che le donne descritte da Torquato Tasso siano frutto della sua fantasia più che dell’esperienza di vita reale. Tra queste, la figura di Armida incarna tutto il fascino e la bellezza di un mondo pagano («Nacqui pagana», xvi, 45) che attrae e al tempo stesso spaventa , e che dovrà essere sconfitto a beneficio di un “bene” più grande, la conquista della città santa. Al termine della sua parabola, Armida, che «ama violentemente e sentimentalmente», come scrive Ugo Foscolo , da dominatrice fi...