Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da febbraio, 2021

Il Libro del respirare, un rituale di vivificazione

Alto poco meno di 31 centimetri e largo circa 22, discretamente conservato, color nocciola, fibra consistente, scrittura minuta ma non troppo accurata, di un inchiostro nero intenso e omogeneo. Il papiro demotico n. 766 conservato al Museo egizio di Torino è dedicato alla memoria di un certo Patermuthis, del quale non si chiarisce la qualifica o la carica, ma solo il nome della madre. Si compone di un recto e un verso : il recto è occupato da due pagine di testo (colonne A e B), il verso presenta solo due linee – quella a destra reca il titolo, quella a sinistra, parzialmente conservata, il nome dello scriba (Pachientaui). Il Libro della respirazione (o del respirare ,  Shāit en sensen ) è stato pubblicato per la prima volta dall’egittologo Heinrich Brugsch nel 1851. Il papiro funerario, che ripropone idee e credenze più antiche tratte dal Libro dei Morti , era molto popolare nel periodo tolemaico e greco-romano. L’associazione con Ptah-Sokaris, la menzione delle caverne, la fo...

Articoli correlati

Ultimi articoli pubblicati