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Le radici vittoriane del “revival occultista”

Nei primi anni Settanta dell’Ottocento sembra concentrarsi una vera e propria spinta all’espansione di idee e movimenti ispirati alle dottrine esoteriche, che trovano un terreno già fertile di familiarità e interesse di massa per i fenomeni spiritici e tutto ciò che riguardava l’aldilà: non c’era un salotto “buono” dove a quei tempi non si servisse il tè insieme a una seduta medianica attorno a un tavolino a tre gambe e si promettesse l’apparizione di qualche entità ectoplasmatica.

Sebastian Pether (1790-1844), Moonlit River Landscape with a Castle, a Windmill, and Boatmen, via Art UK

“Occult revival” è una definizione di Joscelyn Godwin che in The Theosophical Enlightenment (State University of New York Press, 1994) analizza lo sviluppo dell’esoterismo occidentale nel XIX secolo.

Gli uomini chiave

In Inghilterra, in quegli anni si coalizza all’interno della SRIA (Societas Rosicruciana in Anglia) un piccolo gruppo attorno a tre uomini, Richard Morrison, conosciuto come l’astrologo Zadkiel, e i due massoni «dalle inclinazioni mistiche» Kenneth R.H. Mackenzie e Francis George Irwin, che iniziano ad apporre sui propri libri e manoscritti il simbolo nel quale si erano andati identificando, ovvero una svastika ruotante verso sinistra che, superfluo dirlo, non era associata ancora a nessun evento politico.

Le idee che si andavano formando in quegli anni fervidi in merito a questi interessi e alla rielaborazione di un sapere “esoterico” delle più svariate tradizioni sono convenzionalmente chiamate “occultismo” e attorno a esse si organizzarono diversi gruppi, alcuni dei quali destinati a ricoprire per i successivi trent’anni un ruolo di primo piano nelle profonde trasformazioni etiche e religiose occidentali, come la Società teosofica e l’Ordine ermetico dell’Alba dorata (Hermetic Order of the Golden Dawn). 

A giocare un ruolo centrale in questa “reazione a catena” di produzione e impulso di nuove dottrine e ordini occulti o esoterici (termini per lo più interscambiabili al tempo) sarebbe George Kenning, editore e commerciante massone che grazie ai suoi affari e al suo interessamento assicurò tutto ciò che serviva per la costituzione dei gruppi e, soprattutto, in società godeva di grande stima e rispettabilità; egli permise insomma che queste idee innovative nel campo esoterico potessero essere coltivate, sviluppate e diffuse con successo a un pubblico ampio, in un circuito di possibilità favorevoli che a loro volta erano in grado di innescare rinnovate motivazioni. 

Proto-revival

Precedentemente a questo periodo in Europa c’erano già stati ordini che si ritenevano affiliati a qualche dottrina esoterica di provenienza o ispirazione orientale; i Rosacroce ad esempio, il cui fondatore Christian Rosenkreutz si ritiene avesse vissuto e studiato presso gli Arabi, sono operativi fin dal primo Seicento e con loro la Frammassoneria speculativa vorrà rintracciare i suoi legami, prima di essere respinti entrambi, sul finire dello stesso secolo, ai margini della scena culturale e religiosa; ne riemergeranno, ma non più capaci di creare un movimento duraturo e di forte impatto, i primi con qualche apparizione in Germania, i secondi in forme deistiche con scarso interesse nell’esoterismo – salvo eccezioni come quelle verificatesi in Francia tra Sette-Ottocento. 

Così come minore impatto e breve durata ebbero alcune società occulte americane di piccole dimensioni dei primi anni Sessanta dell’Ottocento come i Rosacrociani e gli Euliani. 

SRIA

Non è così agevole tracciare una storia documentata della Società rosicruciana inglese in quanto soggetta nel tardo Ottocento a qualche “rimaneggiamento”. Sembra essere esistito un gruppo che si identificava con quel nome in Scozia e forse a Manchester fin dagli anni Cinquanta, che tuttavia non reclamava una discendenza dai Rosacroce “storici”, ma si trattava di una società massonica i cui aderenti nutrivano un grande interesse per la ricerca negli studi esoterici. 

La SRIA viene inaugurata il 1º giugno 1867 a Londra da Robert Wentworth Little (che ne diviene Magus supremo) e William James Hughan, due preminenti personalità massoniche inglesi che erano stati ammessi nella società di Edimburgo e ne avevano presto scalato i gradi iniziatici. È l’intera massoneria britannica a godere in quegli anni di una formidabile espansione sia in termini di numero sia di qualità “intellettuale” dei suoi aderenti: gran parte della “middle class” è assorbita in una articolata e organizzatissima Frammassoneria, all’interno della quale ci si riconosce nella volontà di un adeguamento a un modello di pensiero nuovo, “secolare”. 

Fin dagli anni Trenta del XIX secolo esiste in Inghilterra una “sottocultura” massonica che si dedica alla ricostruzione storica dell’Ordine, e all’interno di essa ce n’è un’altra ancora che di queste radici vuole rintracciare in particolare il filone magico-esoterico. Di questa sotto-sottocultura faceva parte la SRIA, che poteva sufficientemente contare sull’autorevolezza dei suoi membri e sulla loro capacità di attrarre altre personalità di spicco anche fuori dalla capitale da far presto cadere il pregiudizio che l’occulto fosse argomento di second’ordine o un eccentrico interesse per perdigiorno, contribuendo al contrario alla sua piena legittimazione. 

Ma, nonostante le risorse e l’appeal anche sociale che è stata in grado di esercitare, la SRIA non riesce a concentrare tutti i focolai di interesse ed è destinata a disperdersi nel giro di una quindicina d’anni. Lascia però in eredità un circolo di uomini legati da una solida formazione comune, che insieme saranno decisivi per il revival occulto di fine Ottocento. 

George Kenning era un uomo d’affari abile e ambizioso di origini tutt’altro che illustri, ma che riesce presto a conquistare un posto in società divenendo tra i più rinomati rivenditori di gioielli e preziosi. Il suo ruolo diviene centrale quando decide di investire nell’editoria e occuparsi della pubblicazione di una rivista settimanale, la “Freemason”, che grazie alle capacità imprenditoriali del suo editore diviene in breve tempo il periodico più popolare tra i frammassoni inglesi e a cui si aggiungono un mensile, un calendario annuale e varie pubblicazioni di storia della Massoneria nonché l’influente Cyclopaedia curata dal rev. A.F.A. Woodford. La “Freemason” ospita negli anni Settanta numerosi articoli “espliciti” sull’occulto e diviene forum ufficiale di discussione tra gli studiosi del settore, contribuendo alla diffusione di una nuova prospettiva di ricerca nel campo dello studio della magia

Frange occulte: la Massoneria egiziana

Se gli “scismi” per dissensi o competizione hanno sempre caratterizzato la storia della Massoneria, questa tendenza diviene nel XIX secolo ancora più ricorrente da quando, si è visto, essere massone era diventato “popolare” nell’emergente classe media. Così dai primi anni Settanta iniziano ad affermarsi diversi gruppi massonici o paramassonici con un dichiarato interesse nell’occultismo. Tra i primi lo stesso fondatore della SRIA, Little, che fonda nel 1865 anche l’Ordine militare dei cavalieri della Croce rossa di Roma e Costantinopoli; quindi nel 1870 organizza quello che verrà chiamato l’Antico e primitivo rito di Misraim, un rito di origine francese che si collega all’Egitto antico e che risulta chiuso alla fine del 1871 su pressione delle autorità massoniche, le quali vi avevano riconosciuto una forma locale del già controverso Rito di Memphis. I due gruppi, evidentemente interconnessi, nella complessità della loro vicenda saranno poi accorpati e quello di Memphis finirà con il comprendere le dottrine e i gradi dell’altro. 

Ad aggiungere confusione alla confusione, nel 1862 viene fondato negli Stati Uniti un ordine dal titolo molto simile ai primi due, l’Antico e primitivo rito di Memphis, che nel giro di una decina d’anni diviene molto popolare ed è probabile che celebri occultisti come Theodor Reuss e Aleister Crowley ne siano entrati in contatto. 


Nonostante qualche sospetto da parte di alcuni membri SRIA verso la validità della proclamata origine egiziana di queste dottrine, tra il 1869-75 anche la Societas Rosicruciana produce le sue frange di derivazione orientale come quella, annunciata su un numero della rivista “Freemason”, denominata Apex o “Sat-bahae” (poi Sat B’hai), Sette fratelli. Questo rito era ritenuto derivasse
 dalle dottrine segrete dell’India, e nel 1872 otterrà riconoscimento ufficiale con il nome di Royal Oriental Order of Sikha (Apex) and the Sat B’hai, quando vi aderiscono due importanti membri SRIA tra cui lo stesso Mackenzie. 

La Croce ermetica

Il percorso così articolato ci porta finalmente all’autunno del 1869, quando viene pubblicato l’almanacco per l’anno successivo redatto dall’astrologo Zadkiel il quale annuncia che

È stato riportato alla luce in Inghilterra, e si è diffuso in tutta Europa, in America e in India, l’antichissimo Ordine della Suastica, o la Fratellanza della Croce mistica

divisa nei tre gradi di Fratelli apprendisti, Tao Sze o Dottori della Ragione e Gran Maestro. Si afferma che questo ordine occulto abbia avuto origine in Tibet attorno al 1000 aev e da lì si sarebbe diramato nell’Asia sud-orientale e in Cina ma, nonostante Mackenzie lo menzioni nella sua Cyclopaedia, non sono registrate attività e non ne rimane altra traccia. Potrebbe però aver avuto un ruolo o essere stato d’ispirazione per la formazione di un ordine di poco successivo e con un esplicito richiamo nel nome: variamente conosciuto come Ordine del simbolo della Swastika, Fratellanza della Croce di luce, Fratelli di luce o Fratres Lucius, questo gruppo viene fondato nell’autunno del 1873 da Francis George Irwin, già membro della SRIA e di Misraim. Irwin sosteneva di essere entrato in contatto attraverso un cristallo con un’entità chiamata “Conte di Cagliostro”; se ne segnalano adesioni anche a Parigi. 

Il simbolo della svastika, su influenza di Zadkiel, viene così utilizzato da Irwin e Mackenzie; questcultimo lo introdurrà nel rituale di un suo gruppo occulto di ispirazione orientale, l’Ordine di Ishmael. Un manoscritto del 1907, che si dichiara essere la trascrizione di informazioni ricevute da Mackenzie nel 1872 e conservato presso la Biblioteca della Gran Loggia unita d’Inghilterra, contiene una versione abbreviata del rito della Fratellanza e vi si nomina un particolare gioiello dalla forma di una “Cross of Praise” (della lode o della preghiera) ermetica, simbolo universale di amore per la fede, di saggezza infinita, di speranza e di carità.

Una pagina da Les Cartes a jouer et la cartomancie, di Paul Boiteau d’Ambly, 1859, via Internet Archive

Ascesa e declino di un libero pensatore

Al momento della fondazione della SRIA, Kenneth Mackenzie era reduce da anni di successi. Brillante ed energico, aveva curato la pubblicazione di una rivista di studi sull’occulto chiamata “Biological Review”; il primo numero è dell’ottobre 1858, e nell’articolo introduttivo (To our Readers) spiega come i progressi della scienza e della tecnica siano stati possibili grazie al riconoscimento di una stretta relazione tra la mente umana e lo spirito di natura, così come vi sarebbero connessioni tra le scienze istituzionalmente accettate e le “scienze occulte”. Le scienze che occupavano i suoi interessi e alle quali si riferiva erano quelle che ruotavano attorno al mesmerismo, allo spiritismo e alla divinazione; di più, egli riteneva con decisione che solo attraverso l’apporto di queste discipline, in un approccio propositivo e inclusivo insieme alle scienze umane di ogni altro genere comprese la filosofia e l’etnologia, sarebbe realmente stata possibile la soluzione ai fenomeni psichici inspiegabili nell’interesse del progresso e del bene comune, che lui stesso ha definito la “Scienza della vita” (Science of Life).

Negli anni Sessanta Mackenzie approfondisce lo studio di altre culture, delle loro religioni e mitologie con particolare riguardo alla funzione dei simboli. Nel 1861 incontra l’occultista francese Eliphas Lèvi e da lui è forse ispirato per la redazione, due anni più tardi, di una Storia completa delle carte da gioco, traduzione di Les carte à Jouer, et la Cartomancie (1859) e uno dei primi trattati in lingua inglese sui tarocchi. Nello stesso periodo si unisce alla Society of Antiquaries ricoprendo un ruolo attivo nella ricerca sulle religioni e culture, interesse che si rinnova maggiormente con l’adesione alla controversa Anthropological Society of London in particolare in un gruppo chiamato Cannibal Club, noto per un approccio colonialista, poligenetico e razzista nei confronti delle culture altre e per la polemica verso la British Science Association, ritenuta essere troppo ristretta di pensiero per non aver accettato la legittimità delle scienze occulte.

I Papers on Masonry

Il 1869 è insieme l’anno in cui Mackenzie abbandona la Società antropologica – ne resterà l’interesse per le religioni e le simbologie attraverso cui esse sono espresse, tramandate, insegnate, e i loro significati esoterici ed essoterici – e in cui viene stampato il primo numero di “Freemason”. Una serie di articoli, divisi in 27 parti, pubblicati tra marzo e ottobre 1969, costituiscono una raccolta chiamata Papers on Masonry; si presentano intenzionalmente come una serie di saggi che hanno poco in comune e apparentemente confusi, riguardando gli argomenti più svariati dalla storia della Massoneria all’architettura, dall’abuso di alcool alle donne e alla società. 

Tra le righe, Mackenzie lascia però trasparire qua e là i suoi commenti – questo il trait d’union – ad esempio quando scrive della valenza magico-simbolica del numero 7: i simboli, egli spiega, sono importanti perché riescono a indagare delle realtà che le scienze ufficiali non possono comprendere. La Massoneria a lui contemporanea inoltre, prosegue, sembra aver esaurito il suo ruolo di utilità sociale nel promuovere ideali di pace, giustizia ed eguaglianza; potrà riuscire di nuovo ad avere un ruolo centrale solo compiendo una sintesi tra le tradizioni occidentali e quelle orientali, tra il nuovo sapere scientifico e l’insegnamento occulto, e adottando un nuovo impianto di miti, riti e simboli che saranno svelati da un nuovo profeta.

A discapito della sua reputazione e di quella dell’intero ordine rosicruciano, però, a Mackenzie il tempo non rende merito ed egli finisce con il perdere gran parte della sua energia intellettuale; per sua stessa ammissione soffriva di problemi di alcool e si procurò la fama di impostore, tanto da far dubitare dell’esistenza stessa di molte società da lui stesso inaugurate o proclamate.

Rimane però vivo e fecondo il tentativo del fondatore della SRIA di giustificare razionalmente la nascita delle nuove dottrine che hanno costituito una solida e fortunata base per la “rinascita occulta” di fine Ottocento, che travalicherà i confini delle logge massoniche per raggiungere un pubblico sempre più vasto e irrompere, finalmente, nel XX secolo.

Traduzione ed elaborazione di P. D. Bowen, The British Birth of Occult Revival, in Id., A History of Conversion to Islam in the United State, vol. 1, White American Muslims before 1975, Brill 2015, reperibile su Academia.edu.

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