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L’autoerotismo è un atto magico, praticare con cautela

In questo sacrificio agli dei abissali, è l’apoteosi che li trasmuta in quella bellezza e in quella forza che sono la tua eternità e la redenzione dell’umanità (John W. Parsons, in Kenneth Grant, Il risveglio della magia, Astrolabio 2004, p. 41). Attenzione: questo articolo potrebbe riportare contenuti espliciti.

La petite mort, scuola francese, XVIII secolo, via Arcadia Art

La ribellione di Onan

Nell’Antico Testamento la masturbazione è un atto di disobbedienza¹. In Genesi, 38, si narra di Giuda, che commise l’“errore” di sposare una donna cananea, la quale gli diede tre figli: Er, Onan e Sela. Anche Er, il primogenito, sposò una cananea di nome Tamar, ma non era gradito al Signore (per qualche motivo su cui il testo biblico non si sofferma) che perciò lo fece morire precocemente; come allora era d’uso, il fratello (o un altro congiunto) doveva provvedere a sposare la vedova e dare una discendenza a colui che era morto senza prole, ma Onan si rifiutò di rispettare questa tradizione poiché sapeva che il figlio nato da quella unione non sarebbe stato suo, ma considerato in tutto e per tutto discendenza del fratello: «Onan, sapendo che quella progenie non sarebbe [stata] sua, quando s’accostava alla moglie del suo fratello, faceva in modo d’impedire il concepimento, per non dar progenie al fratello. Ciò ch’egli faceva dispiacque all’Eterno, il quale fece morire anche lui» (9-10). Dunque non di masturbazione si tratta, anche se il termine “onanismo” è andato a significare proprio quell’atto, ma di coito interrotto (non praticato una volta sola ma continuativamente, in atteggiamento di ostinato rifiuto); il peccato di Onan non sarebbe tanto di natura sessuale, quanto un atto di egoismo. In ottica cristiana, la sua colpa sarebbe quella di aver voluto interrompere la “giusta” genealogia tramite la quale Cristo avrebbe ereditato il legittimo trono di Davide².

Autoerotismo cosmogonico

Nel mondo classico la masturbazione non è soggetta ad alcun giudizio di valore, al contrario è considerata una soluzione alla frustrazione sessuale, quella sì, una forza distruttiva, e un modo di porre rimedio in maniera autosufficiente alla tensione che altrimenti si può accumulare. 

Plutarco (Moralia, 1044b, p. 501) racconta di quando Diogene il Cinico fu sorpreso mentre si dedicava ad attività autoerotiche pubblicamente, in piena agorà, al che avrebbe commentato: e che male c’è? magari ci si potesse anche sfamare solo sfregandosi lo stomaco. Da Pompei un graffito conferma:
multa mihi curae cum [pr]esserit artus has ego mancinas, stagna refusa, dabo
[quando le preoccupazioni mi opprimono, con la mano sinistra rilascio i miei fluidi repressi]³.
In Egitto l’atto autoerotico, quando praticato da un dio, è un atto cosmogonico: l’eliopolitano Atum-Tem (probabile forma di Ra al quale è strettamente legato soprattutto nelle raffigurazioni dove compare sulla barca, associato al sole che tramonta), il primo tra gli dei, progenitore di Geb e Nut (terra e cielo), primo androgino che contiene potenzialmente in sé l’unità del principio femminile e di quello maschile, ha creato il mondo traendo piacere da sé stesso e liberando i propri fluidi.

Esiste un ampio filone di studi storico-antropologici, in particolare legati agli studi di genere, che hanno ricostruito attraverso i secoli la storia dell’autoerotismo con una significativa attenzione al mondo femminile: apripista, in un certo senso, è stato Paul Fiedrich, linguista e antropologo, che in The Meaning of Aphrodite (Chicago University Press, 1978) rintraccia nella masturbazione femminile una delle molte caratteristiche della dea della sensualità e dell’amore carnale, nonché una possibile connessione con le più antiche dee di area sumerica e semitica Inanna e Ishtar. Con lo stesso approccio si è quindi proposta una rilettura dell’arte rinascimentale facendone emergere i dettagli autoerotici al femminile, con particolare riferimento alla Venere dormiente di Giorgione, capolavoro cinquecentesco il cui gesto è stato interpretato come un atto autoerotico, in connessione con la fertilità ma anche con il pericoloso potere sessuale femminile che, secondo una consolidata morale, deve trovare appropriata espressione (ma, anche in quel caso, con parsimonia) solo all’interno del matrimonio⁴.

Vaso attico firmato da Nearchos raffigurante tre satiri che si toccano le parti intime, Metropolitan Museum of Art, New York, in S. D. Lambert (ed.), Sociable Man: Essays on Ancient Greek Social Behaviour, IsdLlc, 2011, p. 344.

Eros e magia

Non ci soffermeremo sui lunghi secoli della repressione erotica (dentro e fuori dal matrimonio, in solitudine o in compagnia) come un peccato contro la purezza da mantenere di fronte a Dio né sul lungo dibattito nel campo della storia della medicina (galenica, paracelsiana) sulla liceità o meno dell’incontinenza sessuale. 

Il panorama è desolante almeno fino al tardo Ottocento, quando si assiste a un vero e proprio “boom” di interesse per argomenti legati al sesso, uno scatenarsi infuocato di fantasie, manie e ossessioni tanto da catalizzare l’attenzione degli ambienti più diversi; i manuali medici sul tema vanno a ruba, come lo Psychopathia Sexualis di Richard von Krafft-Ebing (1886), dove il sesso viene catalogato, classificato e minuziosamente discusso con l’asettica freddezza del linguaggio scientifico, mentre sempre più crescente si fa l’interesse degli esoteristi verso i misteri dell’amore quale profonda fonte e risorsa per acquisire “potere spirituale” creativo e potenzialmente immenso. (Sulle attività che da metà Ottocento fervevano attorno alla costituzione, consolidamento e diffusione di ordini e dottrine magico-esoteriche cfr. Le radici vittoriane del “revival occultista”.) 

Ma è un fenomeno ambivalente, pienamente in linea con i rischi e le libertà di un contesto storico e sociale segnato da un capitalismo spregiudicato che va velocemente avanzando...

Trasgredire

Di questo nuovo filone esoterico del tutto originale interessato al sesso come strumento di potere magico, precursori ed esponenti di massimo rilievo furono lo spiritista americano Paschal Beverly Randolph e i suoi sostenitori anche europei, cui si deve l’oeuvre magistrale Magia sexualis (1ª ed. inglese 1931), una dettagliata e sofisticata sistematizzazione dell’argomento, dei suoi principi e delle operazioni magiche; il controverso Pierre Bernard, fondatore del primo Tantrik Order in America nel 1906, a cui si deve uno slancio verso lo studio e la divulgazione dei testi sanscriti, curatore dell’edizione inglese di A Theory & Practice Of Veda; e infine Aleister Crowley.

Queste tre figure furono decisive per una definitiva liberazione dai vincoli borghesi di “rispettabilità” sociale, ponendo le loro dottrine in netta opposizione a un “potere” che è accusato di imporre certi valori assunti a proprio arbitrio come positivi, da cui i vari gradi di trasgressione religiosa (recupero del Satana “antagonista” giudaico-cristiano nelle sue svariate forme, dal Baphomet templare al Lucifero del Paradiso perduto) ed espressiva in generale (l’arte estraniata di Austin Osman Spare, gli esperimenti audiovisivi del Temple ov Psychick Youth). Il sesso è visto ora come la chiave di accesso a un enorme potere magico, in particolare nelle sue forme “deviate” (cioè non riproduttive) come l’omosessualità e l’autoerotismo.

Gli insegnamenti di Randolph sulla magia sexualis diventano noti in Europa attraverso l’Ordo Templi Orientis (OTO), movimento esoterico ispirato a Karl Kenner (m. 1905) e fondato da Theodor Reuss (m. 1923). In Germania, in particolare, un piccolo ma influente gruppo chiamato la Fratellanza ermetica di Luxor, fondato negli anni Ottanta del XIX secolo, fu il principale veicolo di trasmissione di queste idee, facendo della magia sessuale il tema centrale delle pratiche spirituali e del suo sistema metafisico che prevedeva una polarità tra le energie maschili e femminili dell’universo, riconciliabili attraverso l’atto sessuale. 

Il segreto della vita 

Sarà tuttavia con il popolarissimo OTO che la magia sessuale verrà consacrata a elemento chiave dell’operazione magica: l’ordine sviluppa un sistema iniziatico di 9 gradi, poi aumentati a 11, i cui primi sono più “convenzionalmente” ispirati al cerimoniale massonico, mentre il settimo, l’ottavo e il nono grado sono dedicati in maniera specifica, rispettivamente, alle teorie della sex magic e alle tecniche auto ed eteroerotiche, nelle quali gioca un ruolo di primo piano anche l’esperienza omosessuale. Autoerotismo e omosessualità in particolare sono declinazioni del tutto originali dell’OTO e non trovano riscontri nel più “casto” e riservato pioniere Randolph, per il quale al contrario il rapporto sessuale è un sacramento riservato alle coppie sposate e garantito anche nell’esecuzione rituale da una solida morale.

Attraverso l’atto sessuale, si sostiene nell’Ordo Templi Orientis, si può ottenere una infinita fonte di energia per realizzare i propri scopi: focalizzando l’attenzione, nel momento culminante, sul desiderio o l’obiettivo che si vuole realizzato, l’operazione occulta si caricherà di potere magico. Questa energia è veicolabile, anche se estremamente sfuggente: si può utilizzare per invocare una divinità alla quale chiediamo aiuto e protezione, oppure per “caricare” un oggetto magico come talismano.

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1. F. D. Ritter, Sex, Lies and the Bible: The Controlling of Human Sexual Behavior Through the Corruption of the Bible, Diverse Publications, 2006, p.
2. W. MacDonald, Commentario biblico: Antico Testamento, Clv, 2013, p. 72.
3. J. Younger, Sex in the Ancient World from A to Z, Routledge, 2004, pp.107-8.
4. Un paper dal titolo The Dresden Venus and Other Renaissance Images of Female Autoeroticism è stato presentato nel 1990 da Paul Kaplan alla conferenza annuale della College Art Association di New York. Cfr. anche P. Emison, Asleep in the grass of Arcady. Giulio Campagnola’s dreamer, in  “Renaissance Quarterly”, XLV, 1992, p. 275.
Sulla Chaos Magick cfr. Sex and Magick, via internet Books of Shadows.

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