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L’India neobuddhista del ventunesimo secolo

Il Neo-Buddhismo è un moderno movimento revivalista nato in India, ufficialmente, il 14 ottobre 1956 quando B.R. Ambedkar si convertì al Buddhismo insieme ai suoi 380mila seguaci. Fu una rivoluzione religiosa e una bufera politica.

 

Nemo propheta in patria

Nel campo degli studi, si è soliti dire che il Buddhismo scompare dall’India tra il X e il XII sec. dC, “travolto in certe regioni dall’avanzata dell’Islam in certe altre dalla reazione induistica, ma molto prima di quell’epoca esso ha già messo radici in altri Paesi, a cominciare dall’Asia sud-orientale fino alla Cina, al Giappone e, ultimo in ordine cronologico, al Tibet. In ciascuno di questi Paesi il Buddhismo trova un differente mondo culturale e differenti tradizioni religiose” (Angelo Brelich, 1966). Eppure, il Buddhismo in India coinvolgeva molte popolazioni tribali, povere e ai margini della società, soprattutto nelle regioni nord-orientali in cui era forte l’influenza della cultura tibetana. Il rinnovato interesse per il Buddhismo agli inizi del ’900 viene definito rinascita.

10 cose da sapere sul Buddhismo


Buddhismo come alternativa

Bhimrao Ramji Ambedkar (1891-1956) era un erudito dalla formazione culturale ampia e completa (antropologo, giurista, storico, filosofo). Difensore dei diritti umani e incaricato della stesura della Costituzione indiana nel 1947, nel 1935 dichiarò l’intenzione di lasciare l’induismo perché riteneva ingiusto il sistema delle caste e che uscirne fosse l’unico modo per i fuoricasta di ottenere l’uguaglianza. Fu iniziato al Buddhismo Theravada (più vicino agli insegnamenti originari del Buddha), ma il suo movimento riformatore diviene presto un’altra cosa e si designa come Buddhismo Ambedkarita o Neo-Buddhismo.

Un particolare fenomeno sta avvenendo proprio in questi ultimi anni: si registra un notevole incremento delle conversioni al Buddhismo da altre religioni (induisti, cristiani e musulmani) soprattutto nella regione del Maharashtra (India centro-occidentale), dove la Satyashodhak OBC – organizzazione attiva nella difesa dei diritti che non ama parlare di ‘conversione’, ma di ritorno alle proprie tradizioni – ha programmato un ghar wapsi (cerimonia collettiva) il prossimo 14 ottobre 2016.

Il matrimonio che divide

Ora, in India gli Ambedkariti sono divisi in un fine dibattito interno circa la possibilità o meno di ottenere dal Governo una legge separata (come quella di cui godono dal 2012 i Sick), che garantisca la validità legale dei matrimoni contratti con rito buddhista o comunque diverso da quello previsto nell’Hindu Marriage Act dove, per essere registrata, una cerimonia matrimoniale prevede l’esecuzione del rito vedico dello saptapadi, sette passi attorno al fuoco sacro. A fronte di un’ala ‘riformista’ sostenitrice del progetto, l’opposizione ‘moderata’ richiama ai princìpi del fondatore, che non avrebbe approvato una legge separata – significherebbe di fatto sancire una esclusione piuttosto che includere costituzionalmente differenti espressioni religiose.

Altri riferimenti: Neo-Buddhists in Buddhism-guide.com; galleria di immagini di Ambedkar: Babasaheb Ambedkar Life (via Photobucket) | img via

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