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Il Papiro di Derveni

Il Papiro di Derveni è l’unico papiro leggibile che sia sopravvissuto dalla Grecia e il più antico manoscritto d’Europa; è datato attorno al 340-320 aev durante il regno di Filippo II il Macedone, ma è la copia di una versione precedente (tardo V sec. aev), ed è un trattato filosofico e un commento allegorico in esametri a una teogonia orfica.


The Derveni Papyrus © Orestis Kourakis. Via Archaeology Wiky

Patrimonio mondiale

La candidatura era stata avanzata l’anno scorso, dopo che il Consiglio Internazionale dei Musei aveva stabilito che le condizioni di umidità e temperatura fossero idonee all’esposizione totale del reperto, che è composto da nove pannelli uno solo dei quali è in visione al pubblico presso il Museo Archeologico di Tessalonica. I 266 frammenti erano già stati esibiti insieme in occasione della Quarta Biennale d’Arte Contemporanea di Tessalonica nel corso della Conferenza sulla Filosofia Presocratica ospitata dal Centro Interdisciplinare degli Studi Aristotelici. La conferma è arrivata dalla Commissione Internazionale Unesco, convenuta ad Abu Dhabi il 4-6 ottobre.

Tra le ceneri di un’antica tomba 

Ritrovato il 15 gennaio 1962 a Derveni, Macedonia, nella tomba di un nobile d’epoca tardo-classica (IV sec. aev), si è conservato grazie alla parziale carbonizzazione che ha subìto tra le fiamme della pira funebre. Il papiro getta una fondamentale luce sulla filosofia greca anteriore a Socrate ed è una importante testimonianza dell’antichità della tradizione orfica.

Agios Athanassios, interno della tomba, dettaglio (foto Maria Tsimbidou-Avloniti). Via Center for Hellenistic Studies, Harvard University.

Mistica irrequietezza

L’Orfismo (ammettiamolo come termine convenzionale) è una dottrina che si è formata in Grecia all'interno del tradizionale panorama religioso olimpico, ma nei confronti del quale opera una decisiva rottura “che si realizza sia sul piano divino che su quello umano, facendo ruotare tutte le sue dottrine e tutte le sue pratiche attorno al nucleo costitutivo del sapienziale insegnamento relativo all’elemento divino decaduto e incarcerato nel corpo” (Dario M. Cosi, 1995).


Nelle teogonie e cosmogonie si racconta di un drakon alato dalla testa di toro e il corpo di leone di nome Kronos-Eracle, il quale genera un uovo. “L’uovo primordiale racchiude ogni fertilità, è pulsante di vita ed è destinato col suo aprirsi a dar luogo con le due metà a cielo e terra. Dall’uovo si manifesta luminosamente un essere che sembra corrispondere a una intuizione notevolmente unitaria)” (Ugo Bianchi, SMSR 1957). Il serpente (ma anche il leontocefalo, o altre figure mostruose o meno avvolte da spire di serpente) sono una tipica immagine del Tempo-Kronos. Img via Hermatica.com.

In parte riconducibile ad altre tradizioni misteriche greche (il dionisismo e i culti eleusini), in parte debitore di antiche dottrine iraniche come il mitraismo, l’Orfismo riteneva che “l’anima umana, per raggiungere quello stato di purità che le permettesse di vivere beatamente libera dalla prigione del corpo, dovesse affrontare una serie di successive reincarnazioni, direttamente conseguenti alle attitudini dimostrate” (B. Zannini Quirini, 1987). Ai puri, gli eletti, coloro che erano stati resi partecipi del mistero divino e ne avevano sperimentato la beatitudine, sarebbe spettata una felice e luminosa eternità al termine di questa vita.

(R. Pettazzoni, La figura mostruosa del tempo nella religione mitriaca, in “L’antiquité classique”, 18-2, 1949, pp. 265-77)

Dai frammenti ai pixel

Negli ultimi 45 anni il Papiro di Derveni è stato sottoposto a ricostruzioni e approfonditi studi e i risultati più autorevoli, insieme a un esteso commentario, sono stati pubblicati nel 2006 (Theokritos Kouremenos, George M. Parássoglou, e Kyriakos Tsantsanoglou per la Casa Editrice Leo S. Olschki di Firenze). Dal 2008 il Dipartimento di Studi Ellenistici dell’Università di Harvard sta compiendo un’opera di digitalizzazione dei pannelli nell’ambito del Derveni Papyrus Project.

Nonostante le lacune (l’intera seconda parte di ogni colonna è perduta) e l’eterogeneità del testo (che combina esegesi e versi ascritti a Orfeo), nella prima parte del trattato la tematica generale risulta chiara: l’iniziato raggiunge uno stato di trance ottenuta attraverso pratiche mantiche e il coinvolgimento degli elementi naturali, quindi le offerte (incruente) in connessione col culto dei morti, la benevolenza degli dèi e l’ira implacabile delle Erinni verso gli immeritevoli.

Sul portale iMouseion sono consultabili tutte le 27 colonne nell’editio princeps (Olschki, Firenze 2006) e una nuova edizione delle colonne I-VI (Franco Ferrari, 2012), che comprende anche una traduzione e una parziale ricostruzione.
Per affidarsi con speranza... e decifrare i segni, egli aggiunse le seguenti istruzioni in quel passaggio della preghiera alle Erinni, per annullare la profezia che risulta da uno stato di possessione mentale del mystae (l’iniziato)... per il fuoco e per l’acqua... ogni segno... la nebbia e altre cose... (col. I)
Le Erinni... essi onorano... le libagioni sono versate... ai morti devono essere tributati onori... [una piuma o una pasta a forma di] piccolo uccello... inni accompagnati da musica... (col. II)
... al momento della nascita a ogni essere umano è affidato dagli dèi un daimon benevolo, (...) colui che ha pagato il suo debito con le Erinni. Altrimenti, i demoni del sottosuolo non lo libereranno mai ma, come servitori degli dèi che perseguitano i colpevoli, essi si assicureranno che gli ingiusti paghino per i crimini di cui sono responsabili... (col. III)
... libagioni e sacrifici ...e gli incantesimi del mago allontanano i demoni... Il mago a questo scopo offre in sacrificio e versa acqua e latte... Egli offre molte torte dalle molteplici protuberanze, come tante sono le anime. Allo stesso modo, gli iniziati offrono un sacrificio preliminare alle Eumenidi. Chiunque voglia dedicare un’offerta agli dèi, inizi con il realizzare per loro un piccolo uccello, così che possa andare da loro... e quaggiù... (col. VII)
(Altri riferimenti: Derveni Papyrus: First Greek Item in UNESCOs Memory of the World Program; Derveni Papyrus, Candidate for UNESCOs List.)

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