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Nuove ipotesi sul culto di Pan

L’antica città di Hippos sorgeva sulla riva orientale del lago di Galilea e faceva parte della Decapolis greco-romana a Israele. Costruita in epoca ellenistica, visse un grande splendore nella metà del II secolo aev fino al periodo bizantino, prima di essere distrutta da un terremoto nel 749. Dimenticata e “perduta” per oltre mille anni, gli scavi iniziati nel Duemila continuano a restituire preziose testimonianze del suo passato dalla indiscussa tradizione pagana. Qui, nella campagna archeologica del 2009, erano state portate alla luce tre statuette d’argilla di 30 cm risalenti al IV secolo circa raffiguranti Afrodite, un “tesoro” che proverebbe la persistenza di culti pagani nel periodo in cui il cristianesimo stava gradualmente imponendosi come religione di Stato.

La città pagana

Quando cadde sotto il controllo romano, nel 64 aev, e anche in seguito, quando entrò a far parte del dominio di Erode il Grande, la popolazione di Hippos era composta prevalentemente da pagani con una minoranza giudaica, e tale rimase fino al IV secolo, quando divenne sede vescovile. 

Nel 636 la conquista da parte dell’Islam segnò il suo graduale declino fino alla catastrofe naturale che la colpì, isolandola per sempre. 

I recenti scavi hanno portato alla luce, tra gli altri, frammenti architettonici di un edificio monumentale, con ogni probabilità dedicato a Zeus, nella parte più alta del complesso sacro, e inoltre un tempio romano dedicato a Tyche (Fortuna), protettrice della città.

Frammento di affresco da Hippos raffigurante Tyche (via Wiki Commons)

Il volto del dio

Pan, dio d’Arcadia dei campi aperti, delle greggi e dei boschi che si estendono fuori dai centri abitati, era molto popolare in tutto il mondo greco. 

I suoi attributi sono la syrinx, il flauto, e il pedum, il bastone da pastore. Dio pastore figlio di Hermes, selvaggio e caprino, bicorne, irsuto, regna sulle alture nevose, lungo lo scorrere dei fiumi, sulle valli e tra le rupi scoscese, fa strage di fiere e danza con le ninfe mentre talora, al tramonto, tornando dalla caccia, risuona solitaria una musica limpida e serena. Così lo celebra Omero nel suo inno numero 19.

Il culto di Pan (o dell’analogo romano Fauno) non era una novità nella regione. La città di Banias o Caesarea Philippi, a nord di Hippos, ospitava uno dei più grandi complessi rituali dedicati al dio caprino.

Durante gli scavi, nel 2015, è emersa una maschera in bronzo, di buona fattura, sul pavimento di terra pressata al di sotto di una torre in basalto dalla struttura circolare, facente parte di una fortificazione difensiva posta sull’unica via di ingresso alla città in direzione sud-est. 

Una delle tre figurine raffiguranti Afrodite nel modello della Venus pudica, mentre si copre con le mani le parti intime, scoperte negli scavi di Hippos. Le statuette sono conservate integre e questo dimostrerebbe, secondo i ricercatori, che gli stessi fedeli le abbiano volutamente tenute nascoste. Via University of Haifa

La funzione di questa maschera, unica nel suo genere, non è chiara. Il peso, il materiale e la forma degli occhi, pieni e non scavati, fanno escludere che fosse destinata a essere indossata in rappresentazioni teatrali. Sono state avanzate quattro ipotesi.

  1. La natura estatica del culto di Pan poteva prevedere rituali orgiastici. La maschera potrebbe essere stata usata in un contesto del genere, cosa che rende comprensibile il suo ritrovamento all’esterno delle mura cittadine.
  2. Faceva forse parte di una fontana che forniva acqua potabile lungo la strada che conduceva verso la Siria, e l’acqua sarebbe sgorgata dalla bocca aperta.
  3. La presenza di una necropoli a sud degli scavi può suggerire che la maschera fosse parte di un corredo o di un’offerta funeraria.
  4. Infine, la maschera potrebbe essere stata un oscillum. Gli oscilla erano maschere o medaglioni appesi agli alberi o tra due colonne durante delle cerimonie con finalità apotropaiche, al di sotto dei quali venivano deposte le offerte.

Le notizie sulla campagna di scavi sono consultabili sulla pagina del progetto internazionale dell’Università di Haifa ancora in corso. Cfr. anche Figurines Of Aphrodite From Roman Empire Era Discovered In Hippos di Arthur Segal, a capo della spedizione insieme a Michael Eisenberg. Leggi anche M. Eisenberg, Antiochia Hippos, revealing a lost city of the roman Decapolis, in World Archaeology Magazine, 69, 2015; Id., Pan at Hippos. Face of Greek God Unearthed, in Biblical Archaeology Review, 41, 6, 2015.

In copertina: maschera in bronzo del dio Pan scoperta negli scavi di Hippos e datata al I-II secolo ev (foto: Michael Eisenberg, restauro: A. Yermolin) Via breakingisraelnews.com

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