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Salem, tutti assolti

Il processo alle “streghe” di Salem, colonia inglese del New England, ha inizio il 2 giugno 1692. Un crescendo di accuse si scatena nella piccola comunità di fede puritana a partire dagli strani comportamenti di due giovanissime, le quali iniziano a tessere una rete di sospetti virali fino all’istituzione di un tribunale ad hoc il 27 maggio 1692. La vita nella colonia era regolata da codici ferrei. Chiunque manifestasse comportamenti stravaganti o non comuni era ritenuto colpevole di scatenare l’ira del Signore e durante tutto il XVII secolo chi non frequentava regolarmente la chiesa era considerato un reietto o tabù. La presenza del diavolo era ritenuta una verità assoluta, Satana stesso un’entità reale.

La cieca paura giocò un ruolo determinante nelle vicende di Salem. Dopo l’abolizione del tribunale, molti esponenti della comunità sentirono di dover esprimere scuse pubbliche, tra questi Samuel Sewall, unico giudice della corte a manifestare rimorso per la morte di vittime innocenti. Negli anni successivi furono adottate delle misure giuridiche per evitare che tali ingiustizie si verificassero ancora: nel 1702 i processi di Salem furono considerati illegittimi e nel 1711 la colonia approvò una legge che ristabiliva il buon nome degli accusati, il Reversal of Attainder (Atto di revoca della perdita dei diritti civili), mentre nel 1957 lo Stato del Massachusetts ha emesso delle scuse formali per gli eventi del 1692-93.

Le prove “spettrali”

Tra gli uomini scelti a sovrintendere ai processi c’era John Hathorne, il quale assumeva che tutti gli accusati fossero colpevoli incoraggiandoli non solo a “confessare”, ma anche, per salvare la vita e l’anima, ad accusare altri presunti implicati. Tra le “prove” ritenute valide dai giudici rientrava la presenza di segni insoliti sul corpo come macchie della pelle, voglie, cicatrici. Le prove più comuni e accettate erano quelle cosiddette “dello spettro”, cioè la testimonianza da parte delle vittime di avere visto gli spettri o i fantasmi delle “streghe” in sogno o visione. Un’altra prova, fortemente criticata per la sua scarsa validità, consisteva nel condurre l’accusato bendato nella stanza dove era il suo accusatore; se toccando l’afflitto l’attacco si fosse fermato, l’accusato era ritenuto colpevole. Si opposero a queste tecniche molti ministri di culto tra cui Cotton Mather, e anche grazie alle sue insistenze il tribunale fu sciolto dal governatore Phips nell’ottobre 1693, e l’uso delle prove spettrali respinto.

Un anno di persecuzioni

Nel corso del processo, che durò fino al maggio del 1693, morirono 25 persone, 19 per impiccagione, 5 in carcere (tra cui una bambina di quattro anni, Dorothy Good) e una durante le torture. L’evento scatenante sarebbe stata la vicenda di due ragazze, Betty Paris e Abigail Williams, nel momento in cui hanno iniziato a soffrire di strane crisi; il dottor William Griggs, dopo averle visitate e  non riuscendo a identificare la causa del malessere, affermò che fossero stregate.

Una vera ondata di paranoia collettiva investe la piccola comunità, già provata da una recente epidemia di vaiolo che aveva mietuto oltre 500 vittime. I coloni vivevano inoltre nella paura costante e incombente di attacchi da parte dei nativi americani, i quali erano ritenuti essere in stretto legame con il diavolo e la stregoneria.

Abigail e Betty

Abigail Williams era una ragazzina orfana di 12 anni, sua cugina Betty Parris ne aveva 9. Usavano per gioco utilizzare una tecnica divinatoria chiamata lo “specchio di Venere” che consisteva nel rompere un uovo in un bicchier d’acqua e “leggere” le forme che la sostanza gelatinosa prendeva nel liquido per conoscere il proprio futuro, magari scorgere per un attimo il volto del ragazzo di cui si sarebbero innamorate. Non è chiaro dove le bambine avessero appreso tale tecnica: forse Tituba, lo schiavo amerindio della famiglia Parris, avrebbe insegnato alle piccole quei giochi ma non ci sono testimonianze al riguardo. In seguito a questi esperimenti Betty cominciò a comportarsi in modo strano: urlava dal dolore, accusava forti febbri e a volte si metteva ad abbaiare come un cane. Il reverendo John Hale scrive in quei giorni: «temo che alcuni giovani, spinti dalla vana curiosità di conoscere il futuro, abbiano manomesso gli strumenti del diavolo e aperto una porta a Satana».

Copertina di A. Dickinson, The Salem Witchcraft Delusion, 1962, New York 1974, via Internet Archive

Anche Abigail inizia a manifestare sintomi simili, mentre il dottor Griggs non riesce a identificare nessuna causa fisica. I comportamenti di Abigail si fanno sempre più inquieti e una domenica, durante la messa, si mette a gridare contro il reverendo mentre si ferisce pizzicandosi e tagliandosi, urlando accuse contro nove persone che, secondo la sua sconvolta testimonianza, sarebbero state coinvolte in pratiche di stregoneria. Da questo momento ha il via un crescendo di accuse reciproche, poiché l'unico modo per cancellare il proprio nome dalle liste dei sospettati era indicare un altro nome di qualcuno che avesse preso parte a rituali proibiti.

Rebecca

Una delle 19 persone impiccate fu la settantaduenne Rebecca Nurse, molto devota alla chiesa e alla comunità che si dichiarò sempre «innocente come un bambino non ancora nato». Fu arrestata il 23 marzo 1692 con l’accusa di essere stata vista sotto forma di apparizione da parte della dodicenne Ann Putnam jr. La sua nomina provocò il disappunto di molti abitanti di Salem che organizzarono una petizione raccogliendo 39 firme per la sua scarcerazione. Accolta in un primo momento la richiesta e giudicata innocente, è stata poi di nuovo chiamata in tribunale per un interrogatorio. Questa volta il verdetto fu di colpevolezza: innanzi tutto Rebecca presentava una cicatrice sul ventre (affermava fosse conseguenza del parto, i giudici la presero come la prova di un “marchio”), poi si ostinava a non rispondere alle domande (forse per perplessità, forse per un difetto di udito). I suoi sostenitori arrivarono a chiedere al governatore in persona, sir William Phips, di ordinare la sua liberazione. Phips era un uomo ragionevole ma debole, e cedette presto alla feroce resistenza degli accusatori. Rebecca è stata impiccata nel luglio del 1692; inizialmente deposta in una tomba poco profonda vicino al patibolo, come tutti i condannati per stregoneria perché ritenuti indegni di sepoltura cristiana, è stata poi dissotterrata dai famigliari e sepolta in privato. La sua casa di Danvers, Massachusetts, è ancora oggi visitabile.

Giles

Anche lui sulla settantina, Giles Corey fu arrestato il 18 aprile 1692 e morì nel corso delle torture senza mai ammettere di essere implicato in affari di stregoneria, anzi senza mai pronunciare una sola parola durante tutto l’interrogatorio. Corey non era ritenuto un santo: qualche anno prima, nel corso di una lite, aveva battuto con un bastone un bracciante uccidendolo e molti lo consideravano ancora un assassino. Morì il 19 settembre di quell’anno dopo due giorni di un metodo di tortura (illegale nel Nuovo Mondo, ma adottato secondo la carta inglese almeno finché l’imputato non avesse deciso “spontaneamente” di parlare) chiamato “pressione” che consiste nel mettere la vittima a faccia a terra mentre gli si ammucchiano pesanti pietre sulla schiena. Le ultime, uniche ed eroiche parole che Corey pronunciò, nonostante le suppliche della sua famiglia, furono «more weight» (più peso).

L’arresto di una “strega”, litografia pubblicitaria, inizi XX sec., via The Met

John ed Elizabeth

Quando tutto ebbe inizio, John Proctor, membro stimato della comunità e di saldi principi razionali, fu molto chiaro circa la sua posizione: le ragazze erano delle bugiarde; aveva avuto una serva di nome Mary William che aveva sofferto di attacchi di isteria e si dice che l’abbia picchiata nel tentativo di farla calmare e rinsavire. Questo non bastò perché la scure del sospetto non si abbattesse anche sulla sua famiglia: sua moglie Elizabeth, incinta, fu accusata di stregoneria e arrestata il 4 aprile. John scrisse allora una lettera al clero di Boston chiedendo un processo equo, che non tenesse conto di prove intangibili come le “visioni” e i sogni degli accusatori. I ministri della capitale si riunirono il 1° agosto e votarono a favore della richiesta di Procton, ma era troppo tardi: il 5 agosto John e sua moglie furono condannati e John fu impiccato il 19 dello stesso mese, mentre a Elizabeth fu risparmiata la pena capitale per lo stato di gravidanza. Rimase in prigione fino al maggio 1693 e sopravvisse a quei terribili accadimenti.

George

Il reverendo George Burroughs fu l’unico appartenente al clero puritano a essere condannato e giustiziato. Era stato a Salem dal 1680 al 1683, per poi tornarvi dopo 12 anni. Accusato di essere il “capobanda” delle streghe  di Salem, nessuna prova concreta è stata mossa contro di lui. Era considerato “strano” nei suoi metodi di pratica religiosa e i suoi accusatori dichiararono che fosse un sacerdote del diavolo. Fu condotto alla forca il 19 agosto 1692.

Tra le altre vittime del processo, Sara Osborn era malvista perché non partecipava regolarmente alle cerimonie religiose, e poi si diceva che avesse praticato sesso prematrimoniale, colpa severamente giudicata. Anche Martha Corey si era macchiata dello stesso peccato e aveva avuto persino un figlio fuori dal matrimonio, e come loro molte delle accusate erano ritenute “impure” nei comportamenti sessuali.

L’ultima impiccagione, nella quale furono giustiziate 8 persone, ebbe luogo il 22 settembre 1692. Venendo a cadere la validità delle prove spettrali, i restanti accusati furono ritenuti non colpevoli e rilasciati.

Reversal of Attainders (1711)

Provincia di Massachusetts Bay, anno decimo del regno della regina Anna. Atto di revoca della perdita dei diritti civili per George Burroughs e altri accusati di stregoneria.

Nell’anno di nostro Signore [1692], alcune delle milleseicentonovantadue città in questa provincia sono state infestate da un orribile caso di stregoneria o possessione diabolica; essendo comparsi davanti alla Corte suprema del tribunale penale superiore di Salem nella contea dell’Essex, nello stesso anno 1992: George Burroughs di Wells, John Proctor, George Jacobs, John Willard, Giles Cory e sua moglie Martha, Rebecca Nurse e Sarah Good, tutti di Salem, Elizabeth How di Ipswich, Mary Eastey, Sarah Wildes e Abigail Hobbs di Topsfield, Samuel Wardwell, Mary Parker, Martha Carrier, Abigail Faulkner, Anne Foster, Rebecca Eames, Mary Post e Mary Lacey, di Andover, Mary Bradbury di Salisbury e Dorcas Hoar di Beverly, giudicati e severamente condannati per accuse di stregoneria, e alcuni di loro messi a morte. Su altri pende la stessa condanna di detta Corte, e la pena potrebbe ancora essere eseguita.

Il potere e l’influenza degli spiriti maligni era allora molto forte da agire sui principali accusatori e i testimoni, al punto da coinvolgere in processo persone di buona fama e reputazione; questo episodio ha provocato un grave scontento ed è stato necessario porvi un freno, almeno fino a quando non fosse resa nota una decisione di sua Maestà; il 15 aprile 1693 seguì una lettera della regina Maria alla corte di Whitehall, in cui si esprimeva soddisfazione per aver sollevato l’attenzione sulla vicenda. Sua Grazia la regina invitava inoltre a trattare le accuse di stregoneria e possessione con estrema cautela e moderazione, nel rispetto del corso ordinario della giustizia.

Inoltre, alcuni tra i principali accusatori e testimoni, fautori di quelle dure e oscure persecuzioni, si sono rivelati essi stessi immorali e spietati
[profligate and vicious].

Sua eccellenza il Governatore e i rappresentanti del Tribunale riuniti, con l’autorità dello stesso, dichiarano che i vari giudizi di condanna e di perdita dei diritti civili contro i suddetti George Burroughs, John Proctor, George Jacobs, John Willard, Giles Cory e Martha Cory, Rebecca Nurse, Sarah Good, Elizabeth How, Mary Eastey, Sarah Wildes, Abigail Hobbs, Samuel Wardwell, Mary Parker, Martha Carrier, Abigail Faulkner, Anne Foster, Rebecca Eames, Mary Post, Mary Lacey, Mary Bradbury e Dorcas Hoar, sono con la presente dichiarati nulli e privi di qualsiasi intento, come se non fossero mai stati pronunciati; vengono inoltre sospesi i procedimenti di multe e confische di beni in corso nei loro confronti, anche contrariamente da quanto disposto dalle leggi in vigore; ufficiali di polizia e sceriffi saranno ritenuti responsabili nei rispettivi uffici dell’esecuzione dell’ordinanza.

Scritto e approvato dalla Corte generale o Assemblea della provincia di Sua Maestà Massachusetts Bay, Boston, New England 17 ottobre 1711.

Ordine di risarcimento. Considerato che l’Assemblea generale ha accolto nella sua ultima sessione il rapporto della commissione nominata per la valutazione dei danni subiti da varie persone perseguitate per stregoneria nel 1692:

Elizabeth How, 12 £
John Proctor e moglie, 150 £
George Jacobs, 79 £
Sarah Wildes, 14 £
Mary Eastey, 20 £
Mary Bradbury, 20 £
Mary Parker, 8 £
Abigail Faulkner, 20 £
George Burroughs, 50 £
Abigail Hobbs, 10 £
Giles Cory e moglie, 21 £
Anne Foster, 6 £ 10 s
Rebecca Nurse, 25 £
Rebecca Eames, 10 £
John Willard, 20 £
Dorcas Hoar, 21 £ 17 s
Sarah Good, 30 £
Mary Post, 8 £ 14 s
Martha Carrier, 7 £ 6 s
Mary Lacey, 8 £ 10 s
Samuel Wardwell e moglie, 36 £ 15 s

L’intera somma ammonta a cinquecentosettanta sterline e dodici scellini.


Cfr. N. Findley, The Salem Witch Trials: Paranoia, Suffering and Injustice, History 121 71B, 1° aprile 2015

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